La bulimia (dal greco, boulimía, composto di (bôus) "bue" e (limós) "fame"; propr. 'fame da bue') o bulimia nervosa è un disturbo del comportamento alimentare caratterizzato da abbuffate compulsive (è assente il piacere) e da comportamenti compensatori per prevenire l’incremento ponderale: tra i metodi, quello più frequentemente adottato è l’autoinduzione del vomito, seguito dall'utilizzo di lassativi, digiuni e intenso esercizio fisico eccessivo.
Questo comportamento è inoltre caratterizzato da una spiacevole sensazione di non essere capace di controllare il proprio comportamento.
In generale comunque gli episodi bulimici sono influenzati da alterazioni dell'umore, stati d'ansia o stress.
Si distinguono due tipi di bulimia:
- con condotte di eliminazione, che vede il soggetto ricorrere regolarmente a vomito autoindotto oppure all'uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi.
- senza condotte di eliminazione, che vede il soggetto bulimico adottare regolarmente comportamenti compensatori inappropriati (digiuni o/e intensa attività fisica), ma non dedicarsi al vomito autoindotto o all'uso di lassativi, diuretici o enteroclismi.
Il DSM-VI (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders) definisce i seguenti criteri diagnostici:
- Ricorrenti abbuffate: le caratteristiche che devono essere presenti per un'abbuffata sono:
- Il consumo di una grande quantità di cibo;
- La sensazione della perdita di controllo. (le abbuffate, in alcuni casi, quando il disturbo dura da molto, sono programmate anticipatamente e si può perdere così il senso di perdita del controllo).
- Comportamenti compensatori: il vomito autoindotto (che può essere provocato anche dopo un qualsiasi cibo), l'assunzione di lassativi, diuretici, enteroclismi o altri farmaci tiroidei, il digiuno ed eccessivo esercizio fisico.
- Frequenza: le abbuffate e le condotte compensatorie devono manifestarsi almeno due volte la settimana per tre mesi. Ciò implica una dipendenza.
- Preoccupazione estrema per il peso e le forme corporee: l’autostima oscilla in funzione delle forme e dal peso corporeo.
Tra le conseguenza più gravi provocate dalla bulimia, segnaliamo un’alterazione dell’equilibrio elettrolitico e dei fluidi ( ipopotassiemia, iponatriemia, ipocloremia), alcalosi metabolica (aumento del bicarbonato sierico), mentre l’abuso di lassativi per indurre diarrea può provocare acidosi metabolica.
La bulimia è frequente negli adolescenti e nei giovani adulti.
Colpisce prevalentemente soggetti di sesso femminile (90%).
Generalmente compare attorno ai 12-14 anni (tarda preadolescenza) o nella prima età adulta (18-19 anni).
Dr. Tarroni, Psicoterapia Breve Strategica - Psicologo Bologna